Cosa sta succedendo.

La guerra in Ucraina ha comportato, tra le altre cose, forti rialzo nei prezzi del greggio, con ripercussioni sui costi di gestione delle compagnie aeree e, di conseguenza, delle tariffe dei voli.

Oltremodo indebolite da due anni di pandemia, le compagnie hanno tagliato il personale, e questo sta creando problemi nelle gestione e nella sicurezza degli aeroporti. Nel Regno Unito, e qui al post-pandemia e alla guerra si aggiungono con ogni probabilità anche i primi effetti della Brexit, è stato lasciato a casa il 50% del personale.

La rivincita delle agenzie di viaggio e del turismo di prossimità.

Le compagnie low cost sono tra le più colpite dalla crisi e le maggiori responsabili di voli cancellati. Easyjet ha cancellato oltre 200 voli nel solo mese di maggio. L’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ha denunciato la cancellazione di 7000 voli in Italia nel mese di giugno. Ma il fenomeno è di portata europea.

A fronte della pessima gestione della situazione da parte delle compagnie low cost, molti turisti, soprattutto quelli del fai-da-te, si stano nuovamente orientando verso le tradizionali agenzie di viaggi, per avere maggiori garanzie.

I diritti del consumatore.

Il passeggero vittima di un viaggio annullato ha diritto ad essere riaccomodato su un altro volo e può domandare il rimborso del prezzo pagato, ed anche il risarcimento del danno, qualora l’avviso di cancellazione sia avvenuto meno di 2 settimane prima del decollo. Ma non è sempre così semplice, soprattutto con le compagnie low cost. Da prendere preferibilmente, in linea di massima, se proprio non se può fare a meno.