Come preparare il viaggio perfetto, in tutte le stagioni, a Cape Town e dintorni.

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Ottimo
Buono
Discreto
Così così
Sconsigliato
Non possibile

Mesi e periodi dell’anno

dicembre-febbraio: siamo nel pieno dell’estate australe, con clima di tipo mediterraneo, caldo e soleggiato, con temperature massime che comunque si mantengono intorno ai 28-30°. Possibili alcune giornate torride, ma rese più sopportabili da venti e brezze marine. Con un pò di fortuna, a dicembre, qualche balena la si vede ancora.

marzo-aprile: mesi autunnali con marzo spesso ancora dal sapore estivo. Le giornate si accorciano e le temperature rinfrescano, restando comunque su livelli primaverili. Tempo generalmente stabile e soleggiato.

maggio-luglio: Mesi piovosi. Anche se le temperature si mantengono miti, la meteo diventa imprevedibile, con improvvisi rovesci temporaleschi e venti freddi. A giugno comincia la stagione del whale watching.

agosto-settembre: siamo nel pieno della fioritura e della stagione del whale watching. Tuttavia il tempo, soprattutto ad agosto, è ancora piuttosto imprevedibile. La conseguenza positiva di ciò sono tariffe degli hotel di bassa stagione e promozioni del tipo 4×3.

ottobre-novembre: La primavera assomiglia sempre di più all’estate, il tempo è decisamente più stabile e meno capriccioso. Ottobre è ancora un ottimo mese per il whale watching.

Gli errori da non fare

Mordi e fuggi

Il classico pacchetto per turisti da 2-3 notti è del tutto inutile. Cape Town non è solo una città – peraltro bellissima – bensì un nodo focale per esplorare un’intera regione senza dover rifare i bagagli ogni giorno, o quasi. Non ha nemmeno senso paragonarla a una città europea o alle nostre città d’arte, poiché l’unicità del fascino di Cape Town non sta nei musei o nelle sculture, ma nei suoi panorami e nell’incredibile varietà di escursioni e di esperienze che si possono fare nella sua regione. Se il minimo sindacale di un soggiorno a Cape Town è di 4 notti, il minimo consigliato è di 5, soprattutto se utilizzata come base per esplorare i dintorni e non parte di un viaggio itinerante nella zona o di un itinerario più completo che abbracci la costa atlantica o quella orientale protesa verso il Karoo e l’oceano indiano.

Itinerari non flessibili

Qualsiasi programma di viaggio che verta intorno a Città del Capo dovrebbe tener conto di un clima che per diversi mesi all’anno è del tutto imprevedibile, con la possibilità di vivere, se non proprio 4, almeno 3 stagioni nell’arco di 24 ore. Questo soprattutto nel periodo aprile-agosto, con qualche possibile coda anche a settembre. Ben lungi dal rendere Cape Town una meta poco attraente in alcuni periodi dell’anno, il meteo capriccioso è parte indissolubile del fascino di questo luogo. Tuttavia, alla luce del fatto che alcune attività sono meteo dipendenti, occorrerebbe tenerne conto, tenendosi pronti a rivedere la propria scaletta in funzione degli umori di Giove Pluvio o di Nettuno.

Cattiva logistica

Non ci stancheremo mai di sottolineare come le distanze, in Africa, non siano le stesse che in Italia, o in linea di massima, in Europa. Le dimensioni della sola Provincia del Western Cape, includendo anche la Garden Route e parte del Karoo, sono quasi la metà dell’Italia intera. Anche restringendo il campo a Cape Town e dintorni è bene tenere presente che, quando ci si prefigge di raggiungere una meta, per viverla ed apprezzarla veramente, non solo per poter mettere una croce sulla casella, richiede un’intera giornata. E comunque anche in questo caso per un assaggio soltanto, s’intende.

Come viaggiare a Cape Town e dintorni

In self-drive

E’ il modo più comune di visitare Cape Town e dintorni. Ed anche quello più economico. Massima autonomia e flessibilità. Tutti pro. Tra i contro, il fai-da-te di quelli con la bibbia della Lonely Planet e del tanto trovo tutto su Google, di solito ci mettono il doppio del tempo per vedere la metà delle cose. E spesso pure male, quando va bene però. L’esperienza di professionisti locali, corredata da dettagliati dossier di viaggio, viene in grande aiuto quando si tratta di ottimizzare la logistica degli spostamenti e nel scegliere quelle esperienze che fanno davvero la differenza, tralasciando quelle più dozzinali e meno significative.

Con guida privata

Costa sicuramente di più, questo è sempre una cattiva notizia. Che diventa pessima con una guida non all’altezza. In caso contrario, il valore aggiunto di un’esperta guida locale è cruciale nel fare la differenza. Per non parlare dell’ottimizzazione dei tempi e la gestione (leggesi anche come prevenzione) di eventuali imprevisti. PS: una buona guida (persona fisica) non è tanto quella che decanta la bellezza dei posti facendo il controcanto ad una guida (libro) fatta di descrizioni ed elenchi. Una buona guida, quella in carne e ossa, è quella che rende il viaggio un piatto forte, condendolo con dello storytelling di qualità, i cui ingredienti principali sono aneddoti ed esperienze di vita vissuta.

Con escursioni di gruppo

Per coloro che sentono la propria comfort zone minacciata dal guidare dalla parte sbagliata, dal doversi cercare i posti, dal gestire l’imprevisto dietro l’angolo, prendere parte ad escursioni, private o di gruppo (essenzialmente è solo questione di budget), potrebbe essere il giusto compromesso tra le prime due tipologie. Non serve nemmeno noleggiare un’auto. Però questo limita gli spostamenti fuori dagli orari delle escursioni e può rendere inaccessibili (o quasi) alcuni luoghi magari bellissimi (come ad esempio la West Coast) ma un pò fuori dai consueti itinerari turistici.

Cosa fare a Cape Town e dintorni

I grandi classici

In nessun tour che passi da Cape Town e dintorni possono mancare la visita del Capo di Buona Speranza, la spiaggia dei pinguini di Boulders Beach, la salita in cima alla Table Mountain, il whale watching da Hermanus o Gansbaai da giugno/luglio a novembre/dicembre.

Pazzi per l’outdoor

Poche città al mondo, anzi forse nessuna, offrono un ventaglio di attività ed escursioni nella natura come Cape Town. Davvero, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può fare snorkeling tra le foche di Duiker Island, dietro Hout Bay. Immersioni in gabbia per incontri a tu per tu con il grande squalo bianco (o anche senza, per esperti subacquei, nella foresta di kelp). Escursioni in kayak tra i pinguini della False Bay (da Simon’s Town) o le balene della Walker Bay (da Hermanus). Sfidare in 4×4 le dune di Atlantis sulla West Coast, o percorrere le piste di sabbia tra i fynbos del 4×4 fishing trail che conducono alle spiagge della Walker Bay. Percorrere sentieri escursionistici per qualche ora (Table Mountain) o più giorni (Cape Peninsula). Cavalcare sulla spiaggia di Noordhoek o nelle vallate dell’Overberg o delle Winelands. Uscire per mare alla ricerca delle balene e del grande squalo bianco, magari mentre inscena il suo show più spettacolare, quello del breaching per catturare la foca, la sua preda preferita.

Per saperne di più su cosa fare a/da Città del Capo, clicca qui.

Storia, cultura, politica

Se volete dare un taglio più intellettuale al vostro viaggio, che includa anche mete di interesse storico, culturale e socio-politico, siete cascati bene. Cape Town è da sempre un unicuum nel contesto sudafricano. E’ qui che tutto è cominciato, non per nulla è nota come the mother city.

Robben Island è una delle chiavi per conoscere una pagina del turbolento passato del Sudafrica e, con esso, del suo presente. Il District Six Museum racconta la tragedia di uno dei quartieri simbolo della città negli anni Sessanta, teatro di una  deportazione di massa.

Bo-Kaap, pittoresco quartiere tra Green Point e Gardens, tradizionalmente popolato dai discendenti degli schiavi importati dal sud-est asiatico, dalla forte impronta malese e mussulmana, è forse il più affascinante della città. A parte le foto di rito delle variopinte casette di questa ex township di ex discendenti di schiavi, conoscerne la storia raccontata da una guida locale tramite aneddoti e story telling aiuta a scolpirne la memoria.

Lungo la West Coast, il centro di !Khwa ttu è un omaggio alla memoria delle millenarie tradizioni dei Khoi-San. I veri abitanti originari del Capo, sono loro.

Ed infine le Winelands. Cosa c’entra la storia di un Paese e di un popolo con il buon vino e la buona tavola? C’entra, se quel che si beve e si mangia oggi è legato alle persecuzioni religiose in voga nella Francia del XVII secolo. Queste radici sono scolpite anche nell’architettura delle fattorie e dei villaggi. Ed è da qui che cominciò l’epopea del Great Trek, alle origini del nazionalismo Afrikaner e di quel che ne conseguì.

Da Dr Malan a Verwoerd, i principali architetti dell’Apartheid erano di queste parti.

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