Se si parla di safari, non può non venire immediatamente in mente la destinazione da safari per antonomasia: la Tanzania. Molti la identificano quasi esclusivamente con la Grande Migrazione del Serengeti ed il cratere del Ngorongoro. Ma la Tanzania è molto di più di questo, e i suoi safari possono essere racchiusi in una favolosa trilogia.

Il circuito dei parchi del nord

E’ sicuramente l’anello più popolare e conosciuto della trilogia. Chi non è mai stato prima in Tanzania, con ogni probabilità comincia da qui. Il clou è ovviamente il Serengeti e chi può ci va per seguire la Grande Migrazione degli gnu. Che però, in agosto e settembre (l’alta stagione per gli italiani) si sposta in Kenya, nel Masai Mara. E in aprile e maggio si muove sotto le piogge talvolta torrenziali nelle pianure centrali. Il risultato è che la maggior parte degli italiani va nel Serengeti ma non necessariamente seguendo la rotta degli gnu. Privilegiando sistemazioni di grandi dimensioni, magari a 5 stelle, ma più simili a degli hotel nel bush più che a degli autentici safari lodge con un’amosfera da “la mia Africa”.

Se volete davvero seguire la rotta della Grande Migrazione ed essere nel posto giusto al momento giusto, aggregatevi ad un itinerario in campi tendati mobili.

Questi wilderness camps potranno non avere comfort come Spa, wifi e 2-3 ristoranti con piscina, ma offrono un’atmosfera autentica. La capacità ricettiva è molto più limitata, per un servizio decisamente più esclusivo e, non di rado, a prezzi persino più accessibili. Vi serve davvero la spa nel bush? Potete rinunciare ad una rete wifi veloce e al telefonino per qualche giorno? Chi vuole fare safari nel modo in cui i safari andrebbero fatti, non dovrebbe avere dubbi nella scelta.

Il circuito dei parchi del nord

E’ sicuramente l’anello più popolare e conosciuto della trilogia. Chi non è mai stato prima in Tanzania, con ogni probabilità comincia da qui. Il clou è ovviamente il Serengeti e chi può ci va per seguire la Grande Migrazione degli gnu. Che però, in agosto e settembre (l’alta stagione per gli italiani) si sposta in Kenya, nel Masai Mara. E in aprile e maggio si muove sotto le piogge talvolta torrenziali nelle pianure centrali. Il risultato è che la maggior parte degli italiani va nel Serengeti ma non necessariamente seguendo la rotta degli gnu. Privilegiando sistemazioni di grandi dimensioni, magari a 5 stelle, ma più simili a degli hotel nel bush più che a degli autentici safari lodge con un’amosfera da “la mia Africa”.

Se volete davvero seguire la rotta della Grande Migrazione ed essere nel posto giusto al momento giusto, aggregatevi ad un itinerario in campi tendati mobili.

Questi wilderness camps potranno non avere comfort come Spa, wifi e 2-3 ristoranti con piscina, ma offrono un’atmosfera autentica. La capacità ricettiva è molto più limitata, per un servizio decisamente più esclusivo e, non di rado, a prezzi persino più accessibili. Vi serve davvero la spa nel bush? Potete rinunciare ad una rete wifi veloce e al telefonino per qualche giorno? Chi vuole fare safari nel modo in cui i safari andrebbero fatti, non dovrebbe avere dubbi nella scelta.

Il circuito dei parchi dell’ovest

I parchi dell’ovest della Tanzania sono i meno visitati ma non perché siano meno belli o ricchi di fauna; semplicemente sono i più inaccessibili. Praticamente irraggiungbili via terra, se non prendendo parte ad autentiche spedizioni in 4×4, scontano il fatto di costosi collegamenti aerei. Peraltro i parchi di Mahale e Gombe, dove si trovano gli ultimi scimpanzé dell’Africa orientale, sono accessibili solo in barca.

Il Katavi National Park è una delle ultime frontiere. Isolato e lontano da tutto, è una wilderness davvero incontaminata. I parchi di Mahale e Gombe sono una chicca che pochi fortunati possono permettersi (in tutti i sensi) di visitare nella loro vita.

Rispetto ai parchi del nord, gli spostamenti tra i parchi sono quasi sempre in aereo e questo incide non poco sul prezzo finale. Per contro, le park fees sono decisamente inferiori rispetto ai parchi del nord come il Serengeti ed il Ngorongoro. I safari si svolgono a bordo di jeep aperte e sono concettualmente molto più simili a quelli dell’Africa delle riserve private dell’Africa australe che non a quelli nei parchi del nord. Oltre ai classici safari in jeep, sia nel Nyerere che nel Ruaha si possono fare safari a piedi e, sopratutto nel primo, spettacolari safari in barca.

Quale circuito scegliere? Nord, sud o ovest?

Trattandosi di una trilogia, la si può completare solo facendoli tutti, ma questo richiede tempo e anche non pochi soldi. I safari in Tanzania, se di qualità, non sono un prodotto economico ed i collegamenti interni in aereo hanno un impatto molto significativo (con 2-3 campi collegati tra loro si supera facilmente il costo dei voli intercontinentali).

Perché scegliere il circuito dei parchi del nord

Non è necessariamente la soluzione più economica, sopratutto se si vuole seguire da vicino il percorso della Grande Migrazione, ma chi può resistere al fascino di questo evento unico al mondo? Un appuntamento che non dovrebbe mancare almeno una volta nella vita degli appassionati di safari o di fotografia naturalistica.

Perché scegliere il circuito dei parchi del sud

Non si troverà la Grande Migrazione ma in compenso si ammireranno paesaggi spettacolari nel contesto di una wilderness incontaminata, con una densità di veicoli frazionale, anche in alta stagione, rispetto ai grandi parchi del nord, soprattutto il Ngorongoro ed il Serengeti. L’esperienza è nel complesso più completa, in quanto oltre a quelli in jeep si possono fare anche safari a piedi ed in barca. Ed infine, Dar è molto più vicina a Zanzibar, Pemba, Mafia o alla costa Swahili rispetto ad Arusha.

Perché scegliere il circuito dei parchi dell’ovest 

Questa chicca è di solito la perla finale da infilare nella trilogia. Il Katavi è ancora più remoto e selvaggio del Nyerere e del Ruaha, mentre i parchi di Gombe e Mahale (se ne può fare anche uno solo dei due) offrono la possibilità unica di vedere gli scimpanzé in natura. Dei 3 circuiti questo è sicuramente il più costoso e solitamente viene considerato la seconda o la terza scelta della trilogia.

Quando fare che cosa

Da gennaio a febbraio/marzo è il top della Grande Migrazione nel sud del Serengeti, ma da marzo a tutto maggio sarebbero da evitare i parchi del sud e dell’ovest. Che sono invece straordinari durante la stagione secca, considerando che da agosto ad ottobre la Grande Migrazione è soprattutto in Kenya e che nonostante ciò i parchi del nord della Tanzania sono comunque molto affollati.

Una trilogia da sogno

Coloro che vogliono togliersi lo sfizio della trilogia completa, potrebbero muoversi tra dicembre e febbraio, cominciando dalla Grande Migrazione nel sud del Serengeti, proseguendo nei parchi del sud (Nyerere e Ruaha), per concludere infine a Katavi e Mahale o Gombe, prima di tornare in aereo ad Arusha o Dar.

Se poi, oltre ad un buon portafoglio, avete anche un pò di tempo, potreste organizzare una spedizione privata in 4×4 che da Dar vi porti ai parchi del sud e quelli dell’ovest, per poi rientrare, sempre via terra a Dar e concludere con qualche giorno di mare sulla costa Swahili o in una delle isole dell’oceano indiano al largo della Tanzania. Considerate in tal caso non meno di 3-4 settimane, per un viaggio ed una trilogia da sogno, probabilmente unica nel suo genere anche nell’immaginifico mondo dei safari.